INTELLIGENZA ARTIFICIALE

È fuor di dubbio il fatto che i sistemi di intelligenza artificiale potranno (ed in parte è già così) assumere un ruolo fondamentale in molti settori, si pensi all’aiuto che tali sistemi potrebbero offrire per una maggiore efficienza e qualità in tema di assistenza sanitaria nonché nell’ambito della ricerca scientifica; dall’altro lato, però, vi sono una serie di rischi anche sociali e culturali che non consentono di prescindere dal perseguimento di specifiche regole. Regole che, quando riguardano la tutela della privacy, ingenerano scandalo e dissenso collettivo.


Le potenzialità e implicazioni dell’IA generativa sulla società, i diritti fondamentali e la democrazia richiedono uno sforzo normativo serio e coraggioso e non possono essere lasciate alla buona volontà delle aziende tech, dove si accentra il potere di mercato.


L’intelligenza artificiale generativa può essere un’arma a doppio taglio: ai rischi direttamente connessi all’uso scorretto di soluzioni che male addestrate possono comportare tanti danni quanti benefici, si aggiunge infatti un sempre più frequente utilizzo malevolo della tecnologia per colpire con efficacia e rapidità, ad esempio, sistemi di sicurezza (da rivista ZeroUno).


Il World Economic Forum ha evidenziato come l’IA avrà un impatto significativo sul mercato del lavoro: se da un lato eliminerà milioni di posti di lavoro entro il 2025, dall’altro ne creerà altrettanti in settori emergenti come il machine learning e la sicurezza informatica.


A tal proposito nel giugno di quest’anno il Parlamento Europeo ha approvato un Regolamento denominato AI Act, destinato a regolamentare l’impiego dell’intelligenza artificiale nell’Unione Europea. Per fine anno potrebbe arrivare l’approvazione finale dall’Europa, per un’entrata in vigore nel 2024.


Nella relazione introduttiva della bozza viene riportato: “La presente proposta risponde altresì alle richieste esplicite del Parlamento europeo e del Consiglio europeo, che hanno ripetutamente chiesto un intervento legislativo che assicuri il buon funzionamento del mercato interno per i sistemi di intelligenza artificiale (“sistemi di IA”), nel contesto del quale tanto i benefici quanto i rischi legati all’intelligenza artificiale siano adeguatamente affrontati a livello dell’Unione. Essa contribuisce all’obiettivo dell’Unione di essere un leader mondiale nello sviluppo di un’intelligenza artificiale sicura, affidabile ed etica, come dichiarato dal Consiglio europeo, e garantisce la tutela dei principi etici, come richiesto specificamente dal Parlamento europeo”.

Infatti, L’AI Act è, ad oggi, il testo normativo più avanzato al mondo sull’intelligenza artificiale.

https://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9953247

Arrivano i nuovi occhiali intelligenti basati sull’intelligenza artificiale
Questi occhiali, prodotti da Brilliant Labs sono parte di una nuova ondata di dispositivi indossabili progettati attorno a un assistente AI integrato. 

La caratteristica principale degli occhiali è un assistente vocale AI generativo che offre la possibilità di interrogare un motore di ricerca basato sull’intelligenza artificiale. Questi occhiali AI sono dotati di un obiettivo che funge da terzo occhio sul mondo per interpretare meglio le domande dell’utente interfacciandosi con il suo smartphone, inoltre sono presenti microfoni e altoparlanti. Possono elaborare informazioni visive, generare immagini, tradurre lingue e molto altro ancora, il tutto proiettato sugli obiettivi con risoluzione 640 x 400 di Frame.

Gli occhiali Frame AI Glasses sono già in preordine al prezzo di 349 dollari e le spedizioni dovrebbero iniziare ad aprile. 

Tuttavia, questi nuovi dispositivi sollevano però pesanti preoccupazioni di protezione dei dati personali.